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https://www.youtube.com/watch?v=YV455P_TT-I
https://www.youtube.com/watch?v=YV455P_TT-I
Nel 1990 esce il penultimo album degli EKV (Ekatarina Velika), uno dei gruppi più conosciuti ed amati dell’ex YU. Il titolo dell’album si riferisce ai proiettili esplosivi, cosiddetti “dum-dum” in serbo-croato, vietati dalla Convenzione di Ginevra; in copertina c’è un personaggio inquietante a petto nudo che si punta una pistola di grosso calibro alla tempia (vedi la foto). L’album è particolarmente tetro per lo stile della band, forse un po’ dark, a differenza dei lavori precedenti più inclini al pop. L’album esce proprio all’inizio della guerra civile nell’agosto del 1991. La canzone particolarmente gettonata era “Idemo” (Andiamo), parla del risveglio da un sogno a un incubo. Parla del ponte che è stato distrutto, dei villaggi bruciati, del fiume insanguinato, tutto in un incastro di parole che evocava alla perfezione gli scenari che si stavano aprendo. Si direbbe quasi una profezia, e in qualche modo lo è. Poi ogni uno interpreti come vuole il significato di questa parola: l’intuito, una previsione in base alle analisi razionali, il sesto senso, la telepatia, la capacità di cogliere nell’immaginario il sentore di migliaia di persone, non importa. Questa canzone mi rimarrà impressa nella mente come la colonna sonora dei primi bollettini di guerra. Ai tempi non sembrava che in molti cogliessero questa profezia, forse perché nessuno voleva ancora accettare la dura realtà. Ecco la traduzione, forse un po’ grossolana.
Domenica 6 aprile ’08 la playlist di Balkan Rock parte più tardi, a partire dalle ore 20 fino alle 24.
Potrete sentire:
New Primitives:
il movimento musicale e sub-culturale nato a Sarajevo nei primi anni ottanta e fondato da personaggi che ruotavano intorno al gruppo Zabranjeno Pusenje (oggi noti come No Smoking Band insieme a Kusturica). Hanno rappresentato la risposta bosniaca da un lato ai new romantics, un po’ troppo modaioli, dall’altro ai Neue Slowenischen Kunst, troppo avanguardisti e seriosi. I "nuovi primitivi" recuperano gli elementi più caratteristici della cultura popolare bosniaca, utilizzano gli archetipi (positivi o negativi) della gente comune per farne delle parodie al limite del surreale, ma neanche troppo, considerando la confusione strisciante e perdita delle certezze degli anni ottanta (privatizzazioni, ascesa del nazionalismo, iper-inflazone ecc). Da questa loro critica culturale ad alto contenuto autoironico, nasce poi una trasmissione televisiva di satira dal titolo "Top Lista Nadrealista", rimasta celebre grazie ad alcune intuizioni geniali ma tragiche allo stesso tempo, riguardo a come si sarebbe evoluto il futuro della ex Jugoslavia (…)
V.A. Bombardiranje New Yorka (1989): una compilation di diversi gruppi punk croati, dal titolo profetico "il bombardamento di new york", prodotta da "Slusaj Najglasnije!" (Listen Loudest!) di Zdenko Franjic, uno dei guru dell’underground jugoslavo e della scena DIY, attivo ancora oggi. Alla compilation avevano partecipato Satan Panonski (ci cui avevo già parlato in precedenza), Majke, Lou Prof e molti altri. Insieme a "Paket aranzman" e "Artisticka Radna Akcija" è una delle compilation più significative del punk jugoslavo.
Direktori: gruppo street punk che aveva riscosso successo enrome durante gli anni del regime di Milosevic, come nemici numero uno del defunto Slobo. Grezzi, potenti ma non troppo scontati come sovente accade ai gruppi Oi! Le tematiche del gruppo spesso erano legate al contesto sociale e politico della Serbia degli anni novanta: corruzione, embargo, inflazione, stato di guerra e di polizia. Purtroppo in passato si erano fortamente compromessi con il nazionalismo serbo in alcune canzoni, atteggiamenti e dichiarazioni, anche se non sono riconducibili alla scena nazi-rock.
Domenica 06/04/08 SU Radio Dissident connettendovi ad uno dei seguenti URL:
INDIVIA – DYNE.ORG – oppure cercandoci su http://radio.autistici.org
Questo è uno dei pezzi leggendari della new wave jugoslava, dei belgradesi VIS Idoli, la band era attiva tra 1980 e 1984, insieme a Elektricni Orgazam e Sarlo Akrobata comparve sulla compilation "Paket Aranzman" che fece definitivamente entrare punk e new wave nei mass media del paese. La canzone "Maljicki" è una satira della retorica real-socialista, ai tempi ormai sempre più pallida e obsoleta, mentre il pezzo è una specie di ska dal sapore squisitamente sovietico. Ho tentato anche di tradurre il testo (più in basso), ma non sò quanto renda.
“Sretno dijete” di Igor Mirkovic è un documentario sulla scena new wave jugoslava a cavallo tra gli anni settanta e i primi anni ottanta. Il regista, allora adolescente parte da un punto di vista molto intimo e personale, senza rinunciare a qualche riflessione sui mutamenti sociali e politici che investivano il paese, seppure in maniera discreta. I giornaletti universitari della gioventù socialista cominciano ad avere copertine sempre più strane, la morte di Tito fa cadere tutte le certezze, si viene a sapere che il paese ha un debito mastodontico con il Fondo Monetario Internazionale, mentre dal basso c’è un grande fermento culturale e voglia di cambiamento. Purtroppo la voglia di cambiare in termini politici e di potere l’hanno saputa esprimere soltanto i nazionalisti, ma questa è un’altra storia (…)
Sabato 16 dicembre all’Estragon di Bologna suonano i Laibach, storica band slovena attiva dai primissimi anni ottanta, difficilmente classificabile come genere, che spaziava tra industrial ed elettronica sperimentale passando per generi più "commerciali", anche se bisogna dire che è un progetto di più ampio respiro artistico che vive in simbiosi con il collettivo NSK (neue slowenische kunst). Da anni si dedicano alla ricerca degli aspetti più profondi del potere, dai linguaggi all’estetica, svelandone i particolari più aberranti. Teatrali e provocatori nelle proprie esibizioni sono spesso stati censurati nella jugoslavia post-titoista. Ultimo album che stanno presentando con questa tournee è una raccolta di inni nazionali delle principali potenze mondiali (quelle del g8 per intenderci) incluso quello cinese, turco e israeliano, rifatti con sonorità elettroniche in vecchio stile, canzoni lente, nostalgiche a tratti marziali, quasi un addio agli stati nazione che continuano a lasciarci eredità tragiche nell’era della globalizzazione. Balkan Rock ne dedicò una puntata scaricabile qui sotto.
Scarica la puntata del 27 marzo 2005:
Laibach/NSK, estetica del potere e della sottomissione, della messa in scena e dell’annullamento del singolo nel collettivo. Musica, arte e politica della storica band elettronico-industriale slovena. Il vocabolario della mitologia ex jugoslava, un libro che raccoglie l’immaginario di un paese che non esiste più.