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Archive for the ‘Muzika’ Category

Paket Aranzman

February 22nd, 2011 Comments off

La più nota compilation new wave jugoslava, uscita nel 1981 per Yugoton. Vi parteciparono Sarlo Akrobata, Elektricni Orgazam e Idoli. Musicalmente modesto, ma creativo come album, assume lo status di culto grazie alle circostanze socio-culturali del momento in cui esce. Inizio degli anni ottanta viene ricordato in modo un po’ diverso nella ex Jugoslavia a differenza degli altri paesi europei come l’Italia del riflusso e del trash televisivo o l’Inghilterra del thacherismo, infatti viene visto come un periodo culturalmente fiorente, un fatto parzialmente vero, anche se mi verrebbe da pensare che si trattava più di una sensazione condivisa da parte di una generazione. Era nell’aria un credo che si poteva uscire dal tardo e decadente socialismo intraprendendo la strada delle riforme, ammodernare ulteriormente il paese nella sua pluralità, invece di prendere la strada della disgregazione e del saccheggio. Purtroppo quest’idea rimase vaga, appunto solo una speranza condivisa, senza nessuna rappresentanza politica adeguata. Il resto della storia la sapete.

Tornando al disco in questione copio il pezzo di un articolo che stavo scrivendo per la webzine Retrophobic sulla new wave jugoslava

 

“Andando verso la capitale della ex Jugoslavia – Belgrado, troviamo due compilation che sintetizzano la new wave jugoslava, datate entrambe 1981. “Paket Aranzman” e “Artisticka Radna Akcija”. Ormai siamo nell’epoca post-punk e in entrambi i dischi si sentono le chitarre acide, ritmiche diverse, brani concettuali, la forma delle canzoni che va oltre l’impostazione rock. La prima è considerata una pietra miliare ed è stracitata, non tanto per la scelta dei brani, quanto per una serie di circostanze socio-culturali di cui questo album è un’espressione molto rappresentativa. Quello che lo rende particolare sono gli approcci diversi dei tre gruppi che vi compaiono, ovvero Sarlo Akrobata, Elektricni Orgazam e Idoli. I primi musicalmente più afferrati hanno lasciato un impronta importante anche se hanno pubblicato solo un album (Bistriji ili tuplji covek biva kad…), tuttavia da quel progetto nasceranno due grandi band jugoslave Ekatarina Velika con il loro indimenticabile synth-pop e Disciplina Kitchme noise-punk dai ritmi funkeggianti, con la formazione basso, batteria, tromba. Nel 1981 i Sarlo Akrobata, non a caso, aprono ai Gang of Four a Zagabria, infatti mettendo a confronto i due gruppi si può trovare qualche denominatore comune. Elektricni Orgazam più cupi e psicotici, hanno la tastiera che domina su tutto e i testi paranoici in una sorta di punk psichedelico. Infine Idoli che non nascono come un vero gruppo, ma come una burla mediatica, una sorta di opera pop-art vivente fatta in collaborazione con l’artista Dragan Papic. Il loro primo periodo infatti consiste in una serie di articoli giornalistici, creando aspettative, scandali e facendo dichiarazioni surreali ai quattro venti. Una sorta di rock’n’roll swindle jugoslava. Nella compilation i loro brani sono minimalisti e parodiaci. Il singolo “Maljiciki”, uno dei brani che compare nella compilation, sarà prodotto niente meno che da Goran Bregovic, già allora produttore che poteva permettersi di sperimentare grazie al successo enorme ottenuto con i Bijelo Dugme.”

V.A. Paket Aranzman (1981)

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Haustor – Bolero (1985)

February 15th, 2011 Comments off

Mi viene da dire che Haustor sono i Talking Heads jugoslavi. Probabilmente per quel mix di new wave, ritmi in levare e qualche sonorità afro. E poi la vena cantuatoriale di Darko Rundek il “song writer” del gruppo, espressa a pieno più tardi come solista, accompagnato dalla Cargo Orchestra. E’ in gamba Rundek. Un po’ ermetico ma non per questo incomprensibile, anzi. A parte il fascino bohemiene delle canzoni, è uno che si capisce subito da che parte sta: quando parla degli scioperi dei ferrovieri, della gurra civile Spagnola e della svolta nazionalista nella post-Jugoslavia – naturalmente tra molte altre tematiche. Non lo fa mai in modo banale o troppo esplicativo, ma sempre poetico. Questo “Bolero” è del 1985, si sente per le chitarre scintillanti piene di chorus, le tastiere sostitutive dei fiati, il groove del basso e un paio di pezzi rappati. A parte il riferimento ai Talking Head, mi viene da pensare ai P.I.L. più melodici, ai B52’s e a un mucchio di altra roba che ora non mi viene in mente. Ho scelto questo album a caso, perché lo stavo ascoltando mentre scrivevo. Lo consiglio agli amanti dei ’80 meno conosciuti. Ad ogni modo Haustor rimangono sempre un punto di riferimento importante quando si parla della new-wave jugoslava, mentre Rundek riempie ancora oggi le sale concerti di Belgrado, Zagabria, Sarajevo, Skoplje, ma è apprezzato anche altrove negli ambienti del “art” rock e della world music in giro per il mondo.

Haustor – Bolero (1985)

Igra Staklenih Perli

February 10th, 2011 Comments off

La seconda proposta di download è un gruppo space-rock, attivo tra 1976 e 1980. Si chiama “Igra Staklenih Perli“, dal romanzo di Hesse “Il gioco delle perle di vetro”. Hanno inciso solo due album di cui diversi pezzi sono completamente strumentali, tutti dai titoli tipicamente psichedelici: il giardino della luce, il viaggio nel blu, fungo, modulazione solare. Accompagnavano i loro concerto con le proiezioni di immagini astratte, corpi celesti e paesaggi naturalistici. Per avere un punto di riferimento, ricordano le atmosfere dei Gong, Hawkwind, dei gruppi kraut-rock come Tangerine Dream e Ash Ra Temple o dei  più recenti Ozric Tentacles. La qualità della registrazione è modesta per il genere ma conferisce in qualche modo il fascino “passatista” all’ascolto.

Igra Staklenih Perli (1979)

Playlist Ex-Yu prog/rock/psichedelia

February 4th, 2011 Comments off

La playlist di stasera

ex-yu-rock-70

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Artisticka Radna Akcija (1981)

February 2nd, 2011 Comments off

Radne akcije” erano le brigate di lavoro organizzate dal partito e dai sindacati inizialmente nel periodo della ricostruzione del dopo guerra e successivamente per la costruzione delle opere di grande importanza per le infrastrutture del paese (strade, ponti, dighe, bonifiche). Negli anni settanta diventano anche un’ occasione di incontro tra i giovani da un lato, mentre dall’altro una pratica per imprimergli l’etica del lavoro e di responsabilità. Pratiche simili si risontravano a Cuba, in Germania dell’Est o in altri paesi socialisti. Nel corso degli anni ottanta sono sparite del tutto, probabilmente perché inizia a cambiare il senso comune verso il rapporto tra stato e cittadini, ma anche perché non vengono più promosse con degli obiettivi importanti una volta che il paese è stato ricostruito. Diventano persino l’oggetto di scherno, in parte perché abbagliati dall’ideologia consumistica “occidentale” che con il suo individualismo ed edonismo fa apparire ridicolo un coinvolgimento di massa dei giovani per i beni pubblici. Un altro elemento che spinge nell’oblio le brigate di lavoro è la loro sempre peggiore organizzazione, presenza dei “capetti” e “caporali” nonché uno svuotamento del suo significato originario. Sicuramente era un elemento importante che teneva vivo lo spirito di “unità” e “fratellanza” tra le popolazioni della ex-Jugoslavija e oggi ci possiamo sognare una partecipazione di quelle proporzioni per qualsiasi iniziativa di solidarietà o ricostruzione.

Nel 1981 esce una compilation intitolata “Artisticka Radna Akcija” (La brigata di lavoro artistica) che doveva rappresentare il seguito di “Paket Aranzman“, quello che è diventato il disco di culto che ha sfondato la strada alla new wave e al punk jugoslavo. Malgrado il titolo e la copertina pop-art il disco non raggiunge il successo del proprio predecessore in cui comparivano Idoli, Sarlo Akrobata e Elektricni Orgazam, forse perché c’erano molti più gruppi e troppi si assomigliavano tra loro. Il titolo forse è un riferimento vagamento ironico alle “brigate di lavoro” di cui parlavo. Tuttavia contiene alcune tracce interessanti e al passo con i tempi e diversi musicisti che vi parteciparono in seguito entreranno a fare parte dei gruppi divenuti famosi in seguito come Disciplina Kicme, Partibrejkers o Obojeni Program. Per i cultori della new wave e del post-punk è imperdibile. Per questo ho deciso di inaugurare anche una sezione “download” dove poter segnalare i link dai quali scaricare cose interessanti.

Artisticka Radna Akcija (1981)

BalkanRock in Casa Loca

January 29th, 2011 Comments off

Venerdì 4 febbraio farrò sentire un po’ do  rock jugoslavo anni ’70 al centro sociale Casa Loca. E’ già la terza volta, e probabilmente sarà un appuntamento ricorrente nell’ambiente intimo del baretto chiamato “Ceiba” (appena si entra sulla sinistra). Serata, che fa in particolare per chi ama le cose “esotiche” o per i jugo-nostalgici, evocherà le glorie del rock, prog e psichedelia come Pop Masina, Igra Staklenih Perli, Atomsko Skloniste, Buldozer, Teska Industrija, Bijelo Dugme, Smak, Korni Grupa, Time, Izvir, Oko ecc. L’appuntamento è verso le 20.00 per un aperitivo mangereccio.

Ilegalne Emocije

December 12th, 2010 Comments off

Una delle band comparse sulla compilation “Elektricna post-yu nebriga” di cui parlavo qualche post fa. Electro-punk nudo e crudo. Tipo gli Adult. Niente male.

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Articolo su Loop

October 17th, 2010 Comments off

Segnalo l’articolo uscito sulla rivista Loop, la migliore se non l’unica rivista di movimento in circolazione ultimamente. A cura di uno dei due autori del documentario “La resistenza nascosta“, tratta più o meno gli stessi argomenti legati all ascena underground bosniaca e al ruolo politico e controculturale che ha avuto dalla fine della guerra in poi.

Articolo Loop

(clicca sull’immagine per ingrandire l’articolo oppure scarica l’intero numero di Loop)

Beat, funkadelic, ’60

October 14th, 2010 Comments off

Tetkine radostiUn duo di DJ sloveni mixano abilmente le rarità beat e funkadeliche dei “sixtees” jugoslavi. Il mix in tre parti è intitolato “Le gioie della zia”. Così si presentano su Sound Cloud:

The Good Foot is a funk and rare groove night in club K4 (Ljubljana) organised by Code.EP Funk division, usually as a midweek (Wednesday) happening of danceable delights. The night is based on carefully picked funkadelic beats from all over the world – from classic bboy breaks, soul mod bangers and yugo beats to afrobeat, modern (deep) funk… It’s a loose musical concept (no, we’re not funk purists!), but it’s also a fact that most of the music played was made in the seventies. Get on the Good Foot!

Tetkine Radosti vol.3 – part 1 Borka by Good Foot

Tetkine Radosti vol.3 – part 2 Bakto by Good Foot

Tetkine Radosti vol.3 – part 3 Woo-D by Good Foot

Elektricna Post-Yu Nebriga

October 9th, 2010 Comments off

Elektricna Post-Yu Nebriga – una compilation di gruppi electro serbi appena uscita, distribuita gratuitamente in rete, ma con una versione a pagamento che prevede alcuni brani in più e un art-work molto carino riconducibile ad un immaginario tipicamente electro-clash. I suoni sono quelli crudi dell’elettronica minimale, dell’indietronica, spesso pankeggiante e dagli echi che rimandano agli anni ’80, naturalmente non quelli scintillanti del synth-pop, ma quelli più lugubri e underground, rappresentati nella ex-Jugoslavia dagli sloveni Borghesia.
Era quasi scontato qualche omaggio al vecchio punk e “novi talas” jugoslavo con il remix di un pezzo di Elektricni Orgazam e con l’interpretazione, in questo caso “synth” dei Paraf. Alcuni gruppi presenti nella compilation li ho già citati su questo blog, come il duo “ebm” Margita je Mrtva e il progetto agit-prop Klopka za Pionira. Sembra che la scena elettrnica serba sia molto affezionata all’electro-industrial e ad una sorta di neo-espressionismo nell’attitudine, in parte l’eredità dei Laibach e del collettivo NSK.
Il tutto è sponsorizzato da una fantomatica “Associazione nazionale per Arte e Cultura“, che si presenta come una specie di detournement della reale “Associazione nazionale degli scrittori serbi” o di qualche altro ente simile che nei decenni precedenti ha avuto un’egemonia dei nazionalisti al proprio interno. Sembra si tratti di una qualche rete di associazioni che operano nell’ambito dell’arte, del teatro, della letteratura.
Il nome della compilation tradotto letteralmente significa “La non curanza elettrica post-yugoslava”. Dai nomi delle canzoni e da quello che sono riuscito a capire dai testi sembra ci sia un gioco ironico con gli elementi della cultura-pop ex-jugoslava, sopravvissuta all’ecatombe dello stato e delle istituzioni. Infatti in alcuni pezzi echeggiano i frammenti di dialoghi dei vecchi film, in altri il tema è più legato alla contemporaneaità schizzoide della Serbia e del suo underground. Bisogna dire che negli ultimi dieci anni si è creata una notevole scena elettronica tra Belgrado e Novi Sad e se qualcuno vuole farsi un’infarinatura sulla stessa può fare riferimento a Radio Elektrana.

Anche questa volta devo ringraziare il compaesano Dj Kilibarda per la segnalazione.