Tito i ja

February 19th, 2011 Comments off

Belgrado anni ’50. Due famiglie appartenenti alla piccola broghesia decaduta a causa delle confische iniziate nel dopoguerra con il processo di statalizzazione, sono costrette a vivere costipate in un piccolo appartamento. Zoran, il figlio cicciotto di una ballerina e di un musicista, si isola da questo contesto difficile coltivando un culto personale per il maresciallo Tito con il sommo dispiacere di tutti i familiari, ostili al nuovo regime. Mentre i suoi genitori bisticciano con i parenti con cui sono costretti a convivere, Zoran vive la sua vita sentimentale scombussolata tra l’adorazione del grande capo e l’invaghimento per una compagna di scuola più grande di lui. Un bel giorno la maestra, completamente dedita all’indottrinamento, decide di far fare un tema a sorpresa dal titolo “perché voglio bene al compagno Tito”. Di solito scarso negli scritti, Zoran invece decide di scrivere una poesia di propria iniziativa, che risulterà essere un perfetto esempio di propaganda titoista volta a rafforzare il culto del leader, lasciando a bocca aperta la maestra che decide di farlo partecipare ad un concorso. La cosa scioccante per la famiglia sarà il fatto che alla fine della poesia il bambino dichiara di voler più bene a Tito che ai propri genitori. Il premio del concorso per i “pionieri” bravi nella scrittura sarà la gita alla città natale del maresciallo Kumrovec, accompagnati da un educatore invasato e autoritario, fin da subito scettico verso il bambino “diverso” figlio di due “artisti”. Così comincia il viaggio iniziatico di Zoran in cui dovrà uscire dal sui mondo immaginario e confrontarsi con i coetanei, con le difficoltà e con il proprio essere “diverso”.

Bella la prima parte del film in cui si descrivono le condizioni sociali dell’epoca e l’emarginazione di chi non trovava un proprio posto o non era funzionale al nuovo regime, che malgrado la rettorica, soffre di tutti i vizi tipicamente borghesi: cene di gala per le elité politiche, spettacoli e balletti esclusivi, battute di caccia con il maresciallo, visite in pompa magna dei re e dei dittatori con enormi sprechi di risorse pubbliche. Tutto funziona fino alla partenza verso Kumrovec quando il film comincia a rallentare tra le varie gag e gaffe del piccolo protagonista e dell’educatore interpretato da Lazar Ristovski. La marcia a piedi da Zagabria verso il villaggio di Tito, le nottate in tenda, Zoran che si perde nel bosco,  l’amica brutta che gli fa filo, quella di cui era infatuato se la fa con il ragazzo più grande del gruppo deludendolo, il disastro nel castello di Kumrovec dove l’educatore si finge un fantasma provocando il panico durante il quale vengono distrutte alcune armature molto antiche. Il tutto all’ombra dei commissari del partito che seguono l’andamento della gita visto l’obiettivo “sensibile”. Alla fine, dopo innumerevoli intoppi, ritardi e figuracce viene il momento della visita alla casa natale di Tito, dove qualcuno degli studenti dovrebbe leggere  il tema con il quale è stato candidato. Nella confusione, i commissari del partito presenti scelgono a casaccio Zoran che invece di leggere la sua poesia fa un discorso improvvisato dove fa una confessione al maresciallo in cui dice che non era vero che gli voleva bene più che a mamma e papà, e che prima di lui vengono anche gli zii, i compagni di scuola, Tarzan, persino il matto del quartiere che stava tutto il giorno sotto casa sua ad aspettare non si sa cosa. Tutto torna a posto, i compagno di scuola sono entusiasti, mentre l’educatore cade in depressione per il fallimento della visita e la figura finale. Questo lo induce addirittura a suicidarsi. Malgrado questo Zoran viene invitato dal maresciallo, insieme ad altri “pionieri” alla sua festa di compleanno, dalla quale però si defila imboscandosi nella sala di ricevimento deserta, ormai disinteressato della figura mitologica del maresciallo, preferisce dedicarsi ai dolci invece di sentire i convenevoli della festa.

Si tratta di una commedia “amara” tipica del cinema jugoslavo con l’intento di criticare il culto della personalità, in questo caso di Josip Broz. La sceneggiatura è bella ma la regia non sembra riuscitissima. Ci sono alcuni ottimi interpreti come Lazar Ristovski, Miki Manojlovic, Anica Dobra, Bogdan Diklic e Olivera Markovic, in particolare i primi due conosceranno un certo successo internazionale grazie all’indimenticabile tandem nell’Underground di Kusturica.

Il film l’ho visto in streaming su YugoFilmovi (pessima qualità video)

Haustor – Bolero (1985)

February 15th, 2011 Comments off

Mi viene da dire che Haustor sono i Talking Heads jugoslavi. Probabilmente per quel mix di new wave, ritmi in levare e qualche sonorità afro. E poi la vena cantuatoriale di Darko Rundek il “song writer” del gruppo, espressa a pieno più tardi come solista, accompagnato dalla Cargo Orchestra. E’ in gamba Rundek. Un po’ ermetico ma non per questo incomprensibile, anzi. A parte il fascino bohemiene delle canzoni, è uno che si capisce subito da che parte sta: quando parla degli scioperi dei ferrovieri, della gurra civile Spagnola e della svolta nazionalista nella post-Jugoslavia – naturalmente tra molte altre tematiche. Non lo fa mai in modo banale o troppo esplicativo, ma sempre poetico. Questo “Bolero” è del 1985, si sente per le chitarre scintillanti piene di chorus, le tastiere sostitutive dei fiati, il groove del basso e un paio di pezzi rappati. A parte il riferimento ai Talking Head, mi viene da pensare ai P.I.L. più melodici, ai B52’s e a un mucchio di altra roba che ora non mi viene in mente. Ho scelto questo album a caso, perché lo stavo ascoltando mentre scrivevo. Lo consiglio agli amanti dei ’80 meno conosciuti. Ad ogni modo Haustor rimangono sempre un punto di riferimento importante quando si parla della new-wave jugoslava, mentre Rundek riempie ancora oggi le sale concerti di Belgrado, Zagabria, Sarajevo, Skoplje, ma è apprezzato anche altrove negli ambienti del “art” rock e della world music in giro per il mondo.

Haustor – Bolero (1985)

Igra Staklenih Perli

February 10th, 2011 Comments off

La seconda proposta di download è un gruppo space-rock, attivo tra 1976 e 1980. Si chiama “Igra Staklenih Perli“, dal romanzo di Hesse “Il gioco delle perle di vetro”. Hanno inciso solo due album di cui diversi pezzi sono completamente strumentali, tutti dai titoli tipicamente psichedelici: il giardino della luce, il viaggio nel blu, fungo, modulazione solare. Accompagnavano i loro concerto con le proiezioni di immagini astratte, corpi celesti e paesaggi naturalistici. Per avere un punto di riferimento, ricordano le atmosfere dei Gong, Hawkwind, dei gruppi kraut-rock come Tangerine Dream e Ash Ra Temple o dei  più recenti Ozric Tentacles. La qualità della registrazione è modesta per il genere ma conferisce in qualche modo il fascino “passatista” all’ascolto.

Igra Staklenih Perli (1979)

Hrana!

February 5th, 2011 Comments off

Evo ovo je dobar blog koji sam naso na sajtu Net1Zen-a, famozni vojvodjanski kontra-kulturalni portal dje se moze naci sve i svasta od muzike do aktivizma, od bulaznjenja do subvertizinga, pa eto cak i kulinarstva. Kakve veze sad ima gastronomija ovdje? Pa eto ima. Ukusi, mirisi, price, stilovi zivota – recepti znaju reci mnogo vise od same djakonije koju ce te spremiti. Govore o otkricima i nemastinama, o raskosnim dvorovima i seljackim domacinstvima, o migracijama i hibridacijama. Tako ovaj blog “Hrana – na cemu ste” je nekako savremen i malo pankerski, gdje se slatko jede bez da se ista baci u smece, vodivsi racuna da sve to bude ekonomicno i shodno finanskoj situaciji nas obicnih smrtnika. Reciklaza je diktat, forma je relativna pa cak i fast-food moze postat “domaci”, bez transgenteske soje. Ja sam malo tradicionalista pa me neke stvari zabole kad ih procitam, ali moram priznat da su mi druge dijelovale cak i poznate, jer svi smo danas prinudjeni da improvizujemo, da se rvamo s vremenom i nemogicim stilovima zivota koje diktira trziste. I iz zla se mora  neko dobro izvuci, onako kako su seljaci nekad morali izmislit poparu kod nas na Balkanu ili palentu sa malo izrendanog suvog bakalara (samo mirisa radi) ovdje u sjevernoj Italiji tako i mi danas izmisljamo razne solucije, prinudjeni vise oskudicom vremena nego nemastinom za sad ali bez da se ikad odustane od ukusa. Eto tako je i “Hrana – na cemu ste”, kuvar poznog kapitalizma, kroz koji se provlace tradicije razlicitih doba iz Vojvodine, Madjarske, post-Jugoslavije, dalekog Istoka, Sjeverne Amerike itd. Vrijedi zavirit u ovaj ugao pop-kuhinje.

Playlist Ex-Yu prog/rock/psichedelia

February 4th, 2011 Comments off

La playlist di stasera

ex-yu-rock-70

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Artisticka Radna Akcija (1981)

February 2nd, 2011 Comments off

Radne akcije” erano le brigate di lavoro organizzate dal partito e dai sindacati inizialmente nel periodo della ricostruzione del dopo guerra e successivamente per la costruzione delle opere di grande importanza per le infrastrutture del paese (strade, ponti, dighe, bonifiche). Negli anni settanta diventano anche un’ occasione di incontro tra i giovani da un lato, mentre dall’altro una pratica per imprimergli l’etica del lavoro e di responsabilità. Pratiche simili si risontravano a Cuba, in Germania dell’Est o in altri paesi socialisti. Nel corso degli anni ottanta sono sparite del tutto, probabilmente perché inizia a cambiare il senso comune verso il rapporto tra stato e cittadini, ma anche perché non vengono più promosse con degli obiettivi importanti una volta che il paese è stato ricostruito. Diventano persino l’oggetto di scherno, in parte perché abbagliati dall’ideologia consumistica “occidentale” che con il suo individualismo ed edonismo fa apparire ridicolo un coinvolgimento di massa dei giovani per i beni pubblici. Un altro elemento che spinge nell’oblio le brigate di lavoro è la loro sempre peggiore organizzazione, presenza dei “capetti” e “caporali” nonché uno svuotamento del suo significato originario. Sicuramente era un elemento importante che teneva vivo lo spirito di “unità” e “fratellanza” tra le popolazioni della ex-Jugoslavija e oggi ci possiamo sognare una partecipazione di quelle proporzioni per qualsiasi iniziativa di solidarietà o ricostruzione.

Nel 1981 esce una compilation intitolata “Artisticka Radna Akcija” (La brigata di lavoro artistica) che doveva rappresentare il seguito di “Paket Aranzman“, quello che è diventato il disco di culto che ha sfondato la strada alla new wave e al punk jugoslavo. Malgrado il titolo e la copertina pop-art il disco non raggiunge il successo del proprio predecessore in cui comparivano Idoli, Sarlo Akrobata e Elektricni Orgazam, forse perché c’erano molti più gruppi e troppi si assomigliavano tra loro. Il titolo forse è un riferimento vagamento ironico alle “brigate di lavoro” di cui parlavo. Tuttavia contiene alcune tracce interessanti e al passo con i tempi e diversi musicisti che vi parteciparono in seguito entreranno a fare parte dei gruppi divenuti famosi in seguito come Disciplina Kicme, Partibrejkers o Obojeni Program. Per i cultori della new wave e del post-punk è imperdibile. Per questo ho deciso di inaugurare anche una sezione “download” dove poter segnalare i link dai quali scaricare cose interessanti.

Artisticka Radna Akcija (1981)

BalkanRock in Casa Loca

January 29th, 2011 Comments off

Venerdì 4 febbraio farrò sentire un po’ do  rock jugoslavo anni ’70 al centro sociale Casa Loca. E’ già la terza volta, e probabilmente sarà un appuntamento ricorrente nell’ambiente intimo del baretto chiamato “Ceiba” (appena si entra sulla sinistra). Serata, che fa in particolare per chi ama le cose “esotiche” o per i jugo-nostalgici, evocherà le glorie del rock, prog e psichedelia come Pop Masina, Igra Staklenih Perli, Atomsko Skloniste, Buldozer, Teska Industrija, Bijelo Dugme, Smak, Korni Grupa, Time, Izvir, Oko ecc. L’appuntamento è verso le 20.00 per un aperitivo mangereccio.

Valter brani Sarajevo

January 16th, 2011 Comments off

Zadnji ex-yu film koji sam gledao je “Valter brani Sarajevo” iz 1972 od Hajrudina Krvavca. Manje dramatican i epski nastrojen od klasicnih partizanskih filmova, ima vise karakteristika akcijonog filma. Pocinje sa spijunazom i kontra-spijunazom, gdje lik koji vazi za jednog od boljih nacistickih agenata dobija misiju da se infiltrira u pokret otopra da bi pripremijo zamku za neuhvatljivog vodju sarajevacke gerile Valtera. Naravno identitet Valtera je strogo tajan i bez obzira na siroku mrezu saradnika, logisticke podrske i mladih dobrovoljaca skoro niko ne zna ko je on. Pokusavajuci da to iskoriste na svoju ruku, nacisti sa svojim agentom osnivaju paralelnu celiju stavljajuci na celo laznog vodju. Sa kontraproduktivnim akcijama pitanje je vremena kada se pravi Valter da izadje na vidjelo. Cilj svega toga je da se salomi otpor u Sarajevu kako bi se bez problema sprovela operacija Laufer ciji je cilj transport goriva iz izgubljenih teritorija Rajha u Njemacku pred sam kraj rata.

Ovaj film a kasnije i serija, su se proslavili u Kini gdje su imali veliku popularnost, toliku da je Bata Zivojinovic vise puta bio pozivan kao gost. Govori se i o tome da su kinezi napravili Valter Pivo, ma da neko drugi tvrdi da je postojao samo projekat za to ali da pivo nikad nije bilo komercijalizovano. Isto tako je famozan album Das Ist Walter od Zabranjenog Pusanja koji se odnosi na ovaj film, narocito sa pjesmom “Necu da budem svabo“.

Yugo diventa un documentario

December 22nd, 2010 Comments off

22 dicembre 2010 è stato presentato il documentario “Yugo – una breve autobiografia” della regista Mina Djukic, frutto di una cooproduzione tra il Museo della Storia Jugoslava e la casa cinematografica “Kiselo dete”.

Il mediametraggio fa luce sul “fenomeno legato all’automobile Yugo, il simpatico emarginato dalle modeste capacità ma dalle grandi ambizioni” come si dice nella presentazione del film.

Il documentario segue la storia di Yugo nel periodo dal 1980 al 2008 attraverso le parole degli operai di Zastava, gli archivi storici e fa emergere le rappresentazioni simboliche legate a questo automobile. (fonte Pop Books)

Balkanrock in Casa Loca

December 13th, 2010 Comments off

Venerdì 17 dicembre in Casa Loca a Milano,  Yu-Rock, oldies e newbies, ma più oldies…

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