Il macinacaffè
Il macinino da caffè manuale aveva un ruolo d’onore nella casa di ogni buon jugoslavo. Si tratta di un oggetto di ottone o rame, di forma cilindrica, stretta e lunga, con una maniglia che serviva per far azionare la macina interna. Il fondo piuttosto alto, fino alla metà del macinino cilindrico era estraibile e fungeva da contenitore per il caffè. Macinato di fresco ha un sapore più buono, dicono. I supermercati avevano la macina elettrica che potevi utilizzare sul momento dopo aver acquistato il caffè in grani. Ma non era la stessa cosa. Come molti sanno il caffè è un rituale nei Balcani e questo strano oggetto e il suo utilizzo ne facevano parte. Il compito di macinare il caffè era della nonna – era lei che preparava il primo caffè della giornata per la breve seduta mattutina con le vicine di casa, seguiva quello di metà mattina dopo essersi occupata della casa o della spesa. Le nonne delegavano spesso questo compito ai nipoti. All’inizio, la leva da far girare è dura per un bambino, almeno finché i chicchi sono integri, quindi man mano diventa più facile, fino a quando la leva non gira quasi da sola con una leggerissima spinta – il segno che il caffè è polverizzato al punto giusto. A volte si trovavano i macinacaffè “Made in Albania“, oltre al brandy Skenderbeg era uno dei pochi prodotti – da contare sulle dita di una mano – che esportava la vicina Albania.