Zivi i Mrtvi (Vivi e Morti)
1993 Bosnia occidentale:
un piccolo contingente croato deve attraversare le linee nemiche per raggiungere il grosso delle truppe, dopo essere rimasto isolato. E’ composto da riservisti e volontari, uno diverso dall’altro. Situazione tipica della guerra in Bosnia: ordini vaghi, scarsa o nessuna disciplina, il nemico difficilmente individuabile diventa chiunque, chi è più avvezzo alla guerra comanda. Devono attraversare una radura e un vecchio cimitero turco, un luogo avvolto da un alone minaccioso e crudele, luogo dove giacciono conquistatori e conquistati, patrioti e traditori…
1943 Bosnia occidentale:
un nuovo comandante viene assegnato ad un drappello dell’esercito collaborazionista degli ustascia, intransigente, invasato e autoritario. Gli uomini combattono una guerra che non sentono propria fino in fondo, qualcuno cede dopo aver saputo della morte dei familiari, qualcuno perchè non è in grado di sparare alla gente inerme e disarmata. Inseguiti dai partigiani si imbattono in un vecchio cimitero turco dove ha luogo un feroce scontro a fuoco…
E’ opinione diffusa nei Balcani che il cinema croato ha vissuto anni tristi e mediocri nell’ultimo decennio e che i film che trattavano di guerre degli anni novanta avevano, chi più chi meno, obiettivi propagandistici. Non a caso nei festival internazionali sono spesso presentati e premiati, soprattutto film bosniaci, e a volte serbi. Questo debutto di Kristijan Milic si scosta notevolmente da questi limiti anche se il suo “I vivi e i morti” non è senza diffetti.
E’ la seconda volta che un film che tratta di guerre jugoslave abbia due trame parallele, in cui una è contestualizzata nella Seconda Guerra Mondiale, proprio là dove rimangono in incubazione per mezzo secolo alcune delle cause di una guerra civile e frattricida. Sono parallelismi ardui e scivolosi che prima o poi andavano affrontati, ma Milic ne ricava un messaggio forse fin troppo semplice, quello che tutti i morti sono uguali e che spesso l’individuo non sceglie da che parte stare. Implicitamente credo sia un invito alla pacificazione. Dall’altro canto c’è l’elemento metafisico del malfamato cimitero, uno spazio atemporale, in cui gli spettri assistono muti al ripetersi degli eventi, aspettando pazientemente di accogliere i nuovi venuti. Spettri di morti, una volta nemici, che condividono le stesse fosse e sono diventati la stessa terra, amalgamanta dal sangue di turchi, austriaci, bosniaci, croati, serbi, partigiani, ustascia.
Il piccolo gruppo di combatenti è uno spaccato della società croata con approcci completamente diversi verso la guerra, ma una volta incastrati in questo ingranaggio e accettata la natura “non umana” del nemico vanno avanti inesorabilmente incontro al loro destino. Padri di famiglia, avanzi di galera, ragazzi appena usciti dall’adolescenza, persino un punk con la moicana. Alcuni di loro si trovano in una specie di trans guerresco in cui tutto sembra un gioco, attravesare i campi minati, uccidere i vecchi conoscenti che stanno “dall’altra parte” e man mano che la situazione si fa più pericolosa il raziocinio viene sempre meno.
“Zivi i Mrtvi” è un buon film d’azione che contiene anche degli elementi horror. Appartiene al filone contro la guerra che per prima volta mette in discussione “la guerra per la patria” dei croati. Ottima interpretazaione del duetto degli ustascia, anche se la presenza del taciturno omone vice-comandante, duro ma bonario, sembra quasi attenuare in qualche modo il ruolo dei collaborazionisti che personalmente mi risulterebbe inaccettabile.