Saban Bajramovic
Saban Bajramovic, di etnia rom è nato a Nis, nel sud-est della Serbia. Durante la sua carriera ha inciso venti album e cinquanta singoli, scrivendo in tutto circa settecento canzoni. I suoi ammiratori lo descrivono come un grande cantante dalle straordinarie capacità, che canta direttamente dal cuore e dall’anima. La sua interpretazione della canzone "Djelem, djelem" è diventato l’inno dei rom in tutto il mondo.
Quando aveva dicianove anni, ha desertato la naja per amore. Per questo viene condannato a 3 anni nel super-carcere di Goli Otok. Dopo la sentenza ha dichiarato che nessuno lo può condannare tanto quanto lui può risistere, sfidando il tribunale militare. Ha iniziato a cantare proprio durante la prigionia, riuscendo a fondare persino un’orchestra jazz all’interno del carcere. Suonavano le canzoni di Amstrong, Sinatra, Coltrane ma anche canzoni messicane. Sosteneva che il carcere per lui è stata una grande scuola di vita, e che chi non ci è mai stato non è del tutto un uomo, fondando su quella esperienza la sua filosofia di vita. Gli piaceva vantarsi di aver letto 20.000 libri, maggior parte dei quali su Goli Otok. Uscito dal carcere cerca di incidere il suo primo album ma non trova un’etichetta disponibile a produrlo, quindi sarà costretto a pubblicare i suoi album in Slovenia. Il gruppo che l’ha seguito per vent’anni si chiamava "Crna Mamba" (mamba nera ndt.)
Dietro l’invito personale di Nehru e Indira Gandi si esibisce in India dove viene proclamato "il rè della musica rom". Un altro gruppo che lo seguirà nel corso degli anni novanta sarà "Mostar Sevdah Reunion" appunto di Mostar. Ha interpretato anche in alcuni film tra cui "Gatto Nero, Gatto Bianco" di Kusturica. Nel periodo del maggiore successo potrà permettersi una mercedes bianca che però perderà giocando d’azzardo. Malgrado numerosissimi album, e un pubblico appassionato quanto trasversale ma distante dalla spazzatura turbo-folk, Saban raggiungerà la vecchiaia povero e con gravi problemi di salute. Dopo alcune dichiarazioni in cui lamentava il fatto di non avere i soldi neanche per curarsi dopo aver dato l’anima al paese cantando per 40 anni il ministro per le politiche sociali Ljajic stanzia una somma per aiutarlo. Non è passato molto tempo quando 8 giugno 2008 è morto di infarto nell’ospedale di Nis a 73 anni.