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Folk punk istriano

March 14th, 2008
In questa puntata di Balkan Rock i principali protagonisti saranno Gori Ushi Winetou e Kud Idijoti: il primo è il guru folk punk istriano, agitatore e menestrello local-patriotico (chiaramente non nel senso negativo del termine), i secondi sono la band tra le più amate nel territorio della ex-Jugoslavia, forse per la loro vena "provinciale" o modo popolare di combinare tematiche impegnative con le storie pittoresche che riguardano la loro città Pola. Sono stati il primo gruppo croato a suonare a Belgrado dopo la guerra, davanti a diecimila persone estasiate. Poi potrete sentire Let3, Metak e un po’ di musica popolare istriana (‘sta volta quella autentica). Qui di seguito qualche parola in più su Franko (Gori Ushi) e Kud Idijoti. 

"Franci Blaskovic (Franko) (Pola, 1947), cantautore, rockettaro, musicista alternativo e fondatore del gruppo "Gori ushi Winnetou". Un personaggio attivo a 360°, contribuendo a modo suo negli eventi politici e culturali in Istria, Croazia ed ex Jugoslavia. L’approccio alternativo alla musica e alla sua immagine hanno avuto diverse fasi nel corso degli anni: dall’agitazione folk-punk alle vicinanze con il principale partito Istriano (IDS – Istrijanska demokratska stranka), per poi attaccarla ferocemente in un secondo momento per la loro "svendita del territorio e dell’identità culturale istriana". Tra l’altro ricopre anche la carica del presidente della "Lega Contro il Turismo". Nel 1993 insieme a B. Zizivic e N. Rijnic ha pubblicato il libro United Fumadorossss."[Da Wikipedia Croata] Dal 1986 al 2002 ha fatto 8 album, più due in collaborazione con Kud Idijoti uno, e l’altro con con cantautore Bojan Zizovic. Dopo 2004 ha iniziato a pubblicare in maniera prolissa album autoprodotti, al ritmo di uno al mese circa. In poche parole Franci è un pazzo scatenato, protagonista di molteplici aneddoti al limite con surreale, frequentatore di più oscure osterie di Pola, si dice che fa la grappa dentro un grosso alambicco ricavato da un vecchio cannone austro-ungarico; non ha mai suonato al di fuori della sua cara penisola, a parte una o due eccezioni in cui lo convinsero ad andare fino Zagabria, dove ha suonato al club Mocvara. Se vi capita di andare in vacanza in Istria, chiedete di Gori Ushi Winnetou…
 
Kud Idijoti – ovvero "kulturno umjetnicko drustvo Idijoti" (circolo artistico-culturale Idioti), dai famosi KUD della Jugoslavia socialista, appunto circoli culturali/ricreativi le cui attività erano ovviamente monitorate da un commissario del partito. Si sono formati nel 1981, rimanendo però un gruppo strettamente locale e senza pubblicare nulla fino al 1987, quando vinsero al Festival musicale della gioventù a Subotica (Serbia). Alla fine degli anni ottanta iniziarono a suonare anche all’estero dopo aver inciso il loro primo disco "Bolivia Rock’n’Roll". In Italia, a Reggio Calabria, il loro concerto fu interrotto dai carabinieri durante l’esecuzione della loro versione di "Bandiera Rossa" (un miscuglio tra il canto comunista e "Anarchy in the UK", probabilmente prendendoli, nella loro pochezza mentale, per dei provocatori comunisti dall’estero, nel periodo del pieno riflusso, causando così un quasi incidente diplomatico e la grande fama dei Kud Idijoti. Nel 1990 suonarono con i DOA in Slovenia e incisero altri due album fino al 1992 quando divampò la guerra civile. Nel 1994 esce una raccolta di canzoni vecchie mai pubblicate "Tako je govorijo Zaratustra" e nello stesso anno suonano con i Ramones a Ljubljana. Ora non sto a fare tutta la discografia, che è la cosa meno interessante quando si parla di gruppi. Avevano suonato due anni fa alla Cascina Monluè a Milano, all’interno di un festivalino sfigato dell’Arci (si chiamava tipo est-ovest…) davanti a 100 persone, fuori dal loro contesto era un po’ triste la cosa, considerando che ovunque suonino nella post-Jugoslavia c’è il delirio più assoluto – insomma come quando suonano i GBH a Londra. Il bello degli Idijoti è che hanno un qualcosa di vagamente popolare e folcheggiante sia nella musica che nei testi, ed è probabilmente proprio questo ciò che ha maggiormente conquistato i loro fan. Lo stesso vale per quel loro essere "ljevicari" (di sinistra), tra saggio e paesano, che li rende unici nella scena punk post-jugoslava. Se riesco qualche volta traduco un paio di testi. 
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