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“Kandze” di Marko Vidojkovic

March 20th, 2007
KandzeLa vicenda di questa fiaba moderna è ambientata a Belgrado, nell’inverno tra il 1996 e 1997. Il protagonista del romanzo è uno studente del terzo anno di giurisprudenza, coinvolto nelle manifestazioni studentesche contro i brogli elettorali. Affamato e deluso dal resto del mondo partecipa tutti i giorni alle proteste e si butta a capofitto nelle situazioni più pericolose, rassegnato al nonsense della vita. Tutto prenderà una piega insolita quando conoscerà una ragazza strana senza le sopracciglia(…)

Per chi è nato nella ex Jugoslavia e ha vissuto la disgregazione avvenuta a tutti i livelli, dal collasso economico alla distruzione di un immaginario comune, gli anni ’90 saranno ricordati come anni bui. Anche dopo la fine della guerra civile nel ’95 il paese sarà dominato dai nazionalisti e dai mafiosi da un lato, mentre dall’altro sarà in preda alle terapie “shock” degli organismi internazionali, gli stessi che hanno contribuito alla distruzione del paese.

In Serbia a cavallo tra il ’96 e ’97 si assisterà alle prime manifestazioni di massa contro il regime di Milosevic in cui giocavano un ruolo importante gli studenti. Una protesta durata mesi, in parte spontanea e in parte strumentalizzata dalla coalizione “Zajedno” che due anni dopo sarebbe diventata DOS (Opposizione Democratica della Serbia). Era la prima volta che dopo otto anni il regime traballava seriamente. Purtroppo l’Europa si disinteresserà di questo movimento e preferirà aspettare l’aggressione della NATO del 24 marzo 1999 che comunque non fece cadere Milosevic, anzi gli diede, anche se per poco, una nuova linfa vitale. Bisognerà aspettare l’assalto al Parlamento del 5 ottobre 2000 per la sua caduta definitiva (…)
In questo contesto è ambientato il romanzo “Kandze” (Gli artigli) di Marko Vidojkovic che racconta la Serbia di quegli anni attraverso gli occhi di uno studente di giurisprudenza, subproletario, spesso affamato, proveniente da una famiglia disastrata, che ritrova il senso della propria vita nelle estenuanti mobilitazioni di quei giorni, convinto che il regime vada abbattuto con qualsiasi mezzo necessario. Là dove una cultura politica di base è stata spazzata via prima dal socialismo reale, dalle sue certezze; e poi dalla guerra, dalle dicotomie imposte tra il nazionalismo e liberalismo, rimane solo la ribellione spontanea, di pancia con rivendicazioni basilari, spesso molto ingenue. Così il protagonista del romanzo sotto i cieli plumbei di Belgrado, con la colonna sonora degli Exploited e dei Bad Religion si butta in mezzo agli scontri con la polizia, prende a bastonate i sostenitori di Milosevic, infiamma gli studenti con comizi efficaci di cui non sospettava di essere capace. Invece di ingurgitare quantità di psicofarmaci mischiati all’alcool, come faceva fino all’inizio delle proteste, passa le giornate in piazza, nei presidi permanenti e si compra l’erba e quel poco cibo che basta per non collassare con i soldi dei comitati studenteschi, capeggiati da figli della borghesia belgradese. Da ogni pagina sprizzano la rabbia e la disillusione, ma anche la speranza: la protesta che crea la comunità, e la comunità che crea la socialità persa, soffocata dalla paura e dall’individualismo. Gli eventi che si susseguono a perdifiato fino a rasentare l’allucinazione con la chiave simbolica del romanzo incarnata nella misteriosa Nada, un essere ultra-terreno che conquisterà il cuore e la mente del nostro eroe.

Privo di retoriche e di conclusioni politiche facili, Vidojkovic ci rimanda ad un periodo importante per la Serbia spesso sottovalutato, ne analizza il tessuto sociale attraverso aneddoti roccamboleschi e tragi-comici usando uno stile pungente, arido, realistico, accomunando molti aspetti delle sub-culture giovanili belgradesi.

Il libro è diventato un bestseller in Serbia ed è arrivato alla sua quarta edizione. Si sta parlando anche di un adattamento cinematografico. Mi pare di aver letto che è stato tradotto anche in italiano ma non saprei per quale casa editrice.

 

 

 

 

 

 

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