“Sretno Dijete”
“Sretno dijete” di Igor Mirkovic è un documentario sulla scena new wave jugoslava a cavallo tra gli anni settanta e i primi anni ottanta. Il regista, allora adolescente parte da un punto di vista molto intimo e personale, senza rinunciare a qualche riflessione sui mutamenti sociali e politici che investivano il paese, seppure in maniera discreta. I giornaletti universitari della gioventù socialista cominciano ad avere copertine sempre più strane, la morte di Tito fa cadere tutte le certezze, si viene a sapere che il paese ha un debito mastodontico con il Fondo Monetario Internazionale, mentre dal basso c’è un grande fermento culturale e voglia di cambiamento. Purtroppo la voglia di cambiare in termini politici e di potere l’hanno saputa esprimere soltanto i nazionalisti, ma questa è un’altra storia (…)
Mirkovic fa parlare i protagonisti del cosiddetto “Novi Talas” (la nuova ondata). Alcuni facilmente rintracciabili a Zagabria o Belgrado, altri sparsi in giro per il mondo: New York, Utrecht, sulla remota isola di Vis in Dalmazia, in un paesino ungherese e così via. Le band che hanno infiammato quelle generazioni, scompigliando gli standard del rock jugoslavo che aveva come massimi esponenti Bijelo Dugme (ai tempi già delle star), erano Pankrti, Prljavo Kazaliste, Azra, Haustor, Elektricni Orgazam, Sarlo Akrobata e molti altri che non vengono menzionati nel documentario. Tutti molto diversi tra loro, sia per le sonorità che per la storia personale, molti sono finiti per fare punk o new wave senza sapere nulla o quasi di ciò che succedeva a Londra, New York o in qualche altro epicentro del punk rock. Alcuni hanno continuato la loro carriera musicale finendo per fare cose mediocri o persino compromettenti, come nel caso dei Prljavo Kazaliste con il loro recente album “Hrvatska je moj dom” (Croazia è la mia patria), altri hanno conservato la loro dignità artistica come nel caso di Darko Rundek degli Haustor tutt’ora molto attivo come cantautore, mentre altri ancora sono entrati nel mito come gli Azra.
Il documentario non è stato tradotto né distribuito al di fuori della Croazia, quindi anche per chi è motivato a vederlo e vuole approffondire l’argomento, il problema linguistico si pone. Tuttavia è interessante anche solo vedere le riprese inedite dei concerti, dei luoghi, della vita nella ex Jugoslavia, dei momenti storici e così via. E’ facilmente scaricabile da qualsiasi network di P2P. Buona visione.