In questa puntata si parla ancora delle iniziative di solidarietà con le popolazioni colpite dall’allluvione, delle elezioni europee in Croazia e Slovenia e della scomparsa di Dobrica Cosic, il tutto accompagnato come al solito dal vecchio pop&rock jugoslavo.
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Una puntata dedicata alle disastrose alluvioni in Serbia, Bosnia e Croazia: entità dei danni, come aiutare le popolazioni colpite, solidarietà tra i paesi che vent’anni fa erano in guerra tra loro. Aiuto reciproco sì, ma anche speculazioni con gli aiuti umanitari e qualche caso di sciacallaggio, ma soprattutto assenza di prevenzione, situazioni urbanistiche al limite, assetto idro-geologico completamente trascurato. Una puntata dedicata alle disastrose alluvioni in Serbia, Bosnia e Croazia: entità dei danni, come aiutare le popolazioni colpite, solidarietà tra i paesi che vent’anni fa erano in guerra tra loro. Aiuto reciproco sì, ma anche speculazioni con gli aiuti umanitari e qualche caso di sciacallaggio, ma soprattutto assenza di prevenzione, situazioni urbanistiche al limite, assetto idro-geologico completamente trascurato.
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Una puntata dedicata al pop anni ’80: dalle scintillanti star del decennio spensierato ai pionieri dell’electro-pop. Vi proponiamo alcune hit intramontabili di Zana, Denis i Denis, Danijel arrivato quarto al Eurovision Song Contest nel 1983, e alcune chicche synth-pop dalle tinte più scure. Buon ascolto!
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Una puntata dedicata ai viaggi in Bosnia: dalla vita notturna di Sarajevo alle piramidi di Visoko, dalle zone montane ancora infestate dai campi minati alla Travnik di Andrić. Ne abbiamo parlato con Francesca Scappini, balcanofila e volontaria nell’ambito dei progetti di cooperazione, ha attraversato in lungo e in largo le ex repubbliche jugoslave.
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Una puntata interamente dedicata al progressive rock jugoslavo degli anni ’70 e soprattutto alla riscoperta dei gruppi meno conosciuti. Dalla psichedelia classica dei Pop Mašina allo space rock lisergico degli Igra Staklenih Perli, dal folk-prog acustico dei S Vremena na Vreme al progressive dei Tako. Malgrado alcuni ritardi rispetto alle tendenze internazionali, viene elaborato un sound caratteristico del yugo-prog, distinguendosi a volte per le sonorità “etno” come nel caso dei macedoni, decisamente più conosciuti, Leb i Sol. Forse si tratta di una pagina rimasta incompiuta nella storia del rock jugoslavo, banalmente anche a causa delle carenze tecniche e dell’assenza degli standard adeguati nella produzione per un genere esigente come il progressive. A distanza di decenni però sono proprio le band cadute nel dimenticatio con le loro produzioni modeste e quasi low-fi, ad esercitare un fascino particolare sugli appassionati del genere in giro per il mondo. Buon ascolto!
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Puntata dedicata al cinema jugoslavo. Uno sguardo parziale basato sulle visioni recenti. Si parla di alcuni filoni, tra cui Partizanski Film – tra testimonanza, ideologia e intrattenimento, Crni Talas – il cinema socialmente impegnato degli anni ’60 e ’70 e i film sulla guerra civile degli anni ’90. Ospiti della puntata Antonio e Federico dell’Occhio sul Cinema.
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Puntata monografica sui Bijelo Dugme: il gruppo rock jugoslavo per antonomasia. Secondi per la popolarità solo a Josip Broz. Avevano elaborato un sound, uno stile e una poetica che rappresentava l’incontro tra il rock moderno inteso anche come sottocultura giovanile e l’immaginario dello jugoslavo medio di provincia se non di campagna. Una sintesi popolare che ha conquistato le masse, ma che tutt’oggi raccoglie le simpatie tra il pubblico più colto. Considerati come la band del regime, in qualunque misura questo sia vero, cessano di esistere proprio quando inizia a scomparire il paese che li ha resi famosi.
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Ospite della puntata Eric Gobetti, storico contemporaneo dei Balcani Occidentali, autore di “Alleati del nemico – storia dell’occupazione italiana in Jugoslavia”, “Nema Problema! Jugoslavie 10 anni di viaggi”, “L’occupazione allegra, gli italiani in Jugoslavia”, “Dittatore per caso, un piccolo duce protetto dall’italia fascesta”. Riflessioni sulla “Giornata della memoria” e sullo spettacolo teatrale “Magazzino 18” del cantautore S. Cristicchi – tra ommissioni, revisionismi e una memoria non condivisa.
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Il tema della puntata è la controversa figura di Josip Broz Tito, personaggio chiave della seconda Jugoslavia. Leader indiscusso per trentacinque anni, la spina nel fianco dei sovietici nel primo dopoguerra, corteggiato dall’occidente e osannato dai Non-Allineati, tanto amato in patria prima della guerra civile quanto odiato dopo. Oggi una vera e propria icona-pop. Uno tra i più atipici dittatori socialisti; godeva di un ampio consenso e malgrado tutto, storicamente, gli vanno riconosciuti alcuni meriti: il tentativo di creare un’alternativa tra i due blocchi, la modernizzazione di un paese devastato dalla guerra, la creazione di un progetto politico federalista che rivendicava il multiculturalismo come un valore intrinseco del socialismo sintetizzato nello slogan “Unità e Fratellanza”.Tra leggende e fatti storici si accenna ad alcuni aspetti legati alla sua vita rimasti avvolti dal mistero.
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Il primo appuntamento con BalkanRock su MyRadio, una trasmissione dedicata alla cultura popolare e alla musica dell’ex Jugoslavia. In questa puntata vengono introdotti i temi che verranno trattati e come nasce l’idea di farla, oltre a dare un assaggio del repertorio musicale. Come si intuisce dal nome partira dal rock, punk e new wave, passando per i vari generi di nicchia, arrivando a volte ai fenomeni di massa all’insegna del kitsch e del folklore. L’argomento chiave di questa puntata è “jugonostalgija”: tra mito, memoria e legami culturali che persistono tra le popolazioni divise dalla guerra civile.
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