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Posts Tagged ‘novi talas’

Articolo su Loop

October 17th, 2010 Comments off

Segnalo l’articolo uscito sulla rivista Loop, la migliore se non l’unica rivista di movimento in circolazione ultimamente. A cura di uno dei due autori del documentario “La resistenza nascosta“, tratta più o meno gli stessi argomenti legati all ascena underground bosniaca e al ruolo politico e controculturale che ha avuto dalla fine della guerra in poi.

Articolo Loop

(clicca sull’immagine per ingrandire l’articolo oppure scarica l’intero numero di Loop)

La Resistenza Nascosta

November 22nd, 2009 Comments off

Sarajevo, i ricordi di cristallo,
Sarajevo, di fango e di neve,
toglimi la brina dagli occhi e dalla fronte,
esci da me, esci da me.

Lascia gli occhi di vedere ancora questa volta,
lascia le orecchie di sentire ancora questa volta,
Sarajevo…

(EKV – Sarajevo – S vetrom uz lice 1986)

Così cantavano EKV (Ekatarina Velika) nel lontano 1986, sicuramente più lontano per Sarajevo di qualunque altro posto nei Balcani. Per chi ci è stato in quella città negli anni ottanta riconoscerà gli odori e le immagini che evocano queste poche semplici righe. L’odore del carbone nell’aria, il rumore dei tram, il colore verde torbido di Miljacka, il fiume che attraversa la città. La neve tinta di fango in contrasto con quella bianco candido del monte Jahorina che troneggia sopra Sarajevo. Da un lato le moschee e il quartiere antico Bascarsija, dall’altro la laboriosa città socialista, piccola metropoli jugoslava  –  paese e città allo stesso tempo. Nel 1984 si apre al mondo con le Olimpiadi, gli stessi anni della straordinaria produzione musicale che esporta la musica per il mercato interno al terzo posto nell’ordine di importanza per l’economia bosniaca. I primi due non è ho idea da cos’erano occupati, minerali, legname, armi? Non importa. E poi “new primitives“, un po’ dadaisti, un po’ menestrelli della Sarajevio dei “loser”, sicuramente profetici con lo show tv “Top lista Nadrealista”.  Dark e New Wave che echeggiano nella discoteca Jedinstvo (Unità). Pacchiani fino al midollo i rockettari del cosiddetto “pastir rock“, ironicamente definito dalla critica il “rock dei pastori”: tematiche e melos folcheggianti con la musica heavy metal. Senza contare le pop star Plavi Orkestar, Crvena Jabuka e stracitati Bijelo Dugme, che riempivano le riviste musicali dell’epoca. Finito tutto ciò arriva la generazione X, creativa, innovativa, ma con la sfiga di assistere alla disintegrazione della cultura che la guerra porta con sé. I  più arditi non mollano e sotto assedio continuano ad organizzare eventi, concerti, senza arrendersi. Nelle cantine, sotto le bombe continuano a trasmettere un messaggio di non adesione al delirio nazional-guerrafondaio. E’ di questa generazione che parla il documentario “La resistenza nascosta” di Francesca Rolandi e Andrea Paco Mariani uscito qualche mese fa in modo indipendente sotto il nome di Smashing Mrkve e con il supporto di One World SEE e Comune di Vogosce.  I protagonisti di questa scena non si concentrano tanto sulla guerra, quanto su quello che viene dopo, il periodo di decontaminazione culturale, di resistenza contro il turbo-folk, la corruzione politica, contro i tentativi di creare una Sarajevo Saudita. I nomi sono tanti: Dubioza Kolektiv, Letu Stuke, Skroz, Damir Imamovic Trio, Basheskia,  Laka e molti altri. Vale la pena di scoprirli e di vedere questo documentario, fatto con uno sguardo dal basso, con interviste fatte sul divano di casa, nel parco condividendo una latina di birra, camminando per strada in mezzo al traffico, nei baretti di ritrovo dei musicisti. Un incontro tra coetanei dalla visione del mondo affine che raccontano quella parte dell’Europa sotto una prospettiva che con un po’ di buona volontà si poteva intuire, ma che è rimasta nascosta per anni dalla cortina del protettorato ONU e dello stato d’eccezione permanente di un paese “cantonizzato”. Per averlo credo si possano contattare gli autori dalla loro pagina MySpace, disponibili anche per le presentazioni (…)

Balkan Rock su Facebook

September 2nd, 2009 Comments off

Per chi ha un account su FB può iscriversi al gruppo “Balkan Rock“, è un modo di mettere in contatto tutti coloro che seguono il blog e coltivano interessi per le questioni balcaniche e “jugoslaviste”. Riporto qui la presentazione del gruppo:

Balkan Rock nasce come una trasmissione della defunta web-radio “Radiohacktive“, parlando della scena rock ex-jugoslava e del suo ruolo particolare come sottocultura giovanile. Ciò che univa i giovani a partire dagli anni settanta non era più la rettorica del regime ma il rock’n’roll. Se ci fu una risposta dal basso all’ascesa dei nazionalismi e all’artero sclerosi del Partito non era un movimento politico ma “Novi Talas” (new wave e punk come fu definito nella ex-Jugoslavia). Oggi infatti in molti riflettono su questo fenomeno e sulle eredità che ha lasciato – Balkan Rock” si è posto come l’obiettivo quello di far conoscere i pezzetti di questo mondo. Dopo la scomparsa di Radiohacktive, è rimasto soltanto il blog che ha ampliato un po’ i temi trattati allargandoli alla “pop-culture” ex e post jugoslava: dal cinema alle leggende metropolitane, dalla letteratura ai consumi di massa nell’era socialista, dalla guerra civile ai movimenti controculturali di oggi.
Per qualsiasi commento, suggerimento o domanda, sentitevi liberi di contattarmi.

Balkan Rock

December 11th, 2006 Comments off
Rubrica di musica alternativa e non dell’area post-jugoslava. Ripercorriamo eventi, storie, aneddoti e scoinvolgimenti facendoci guidare da svariati gruppi dagli anni settanta fino ad oggi. I vari generi musciali possono essere visti come colonna sonora della storia contemporanea? Tentare di “leggere” questa colonna sonora nel contesto jugoslavo può essere molto interessante, nel bene e nel male: dalla volontà di emancipazione culturale dall’autoritarismo real-socialista che esprimevano i gruppi punk di fine anni settanta e inizio ottanta alla sottocultura di massa del turbo-folk negli anni della guerra, dai new primitives bosniaci alla riscoperta delle sonorità etno, dal pop-rock mainstream alle nuove generazioni di “arrabbiati” vicini al movimento alter-global.
Ogni domenica alle ore 21 su Radiohacktive.
[13.10.2005]

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