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NUP – Avanti nel passato!

June 21st, 2007

svaki covek treba da...Nel dicembre del 2000 ero a Belgrado con un caro amico che proprio
in quell’occasione intraprese la carriera da documentarista. Erano
passati appena due mesi dall’assalto al parlamento (il 5 ottobre del
2000) e l’intenzione era quella di raccontare, e soprattutto far
raccontare alle persone che abbiamo incontrato, le trasformazioni in
atto, le speranze, gli aspetti controversi e ambigui dell’eterna
transizione balcanica. Tra le varie visite capitammo a casa di Zograf a
Pancevo, con una "stupenda" vista dal balcone su un impianto
industriale
distrutto dai bombardamenti dell’anno precedente. Lì
incontrai un personaggio di cui non ricordo il nome che mi regalò un cd
che raccoglieva tutto il materiale che incise con il suo gruppo
post-punk NUP (Napred u Proslost) dal 1985 al 1999. Dopo un sacco di
tempo l’ho ritrovato e ho pensato di convertirlo in mp3. Passato
qualche giorno guarda caso me li ritrovo su una webzine serba "Pionirov
Glasnik
".

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 Ma chi sono i NUP? Ecco cosa dice l’enciclopedia del rock jugoslavo 1960-1997 di Petar Janjatovic:
"Il primo album dei NUP esce nel 1989 ed è interamente autoprodotto a parte la dicitura formale che porta la firma dell’associazione "Giovani musicisti di Pancevo". Nel prossimo disco "Cos’ha visto il fantasma della bottiglia verde" si comincia a definire il loro stile, all’inizio basato sui testi incomprensibili e sulla musica che sconfina nella sperimentazione. Grazie alla fanzine sono riusciti a mettersi in contatto con la scena alternativa della ex Jugoslavia, ottenendo più successo in Slovenia e Croazia che non in Serbia. Nel gennaio del 1992 pubblicano il terzo vinile "Giraluna". Due anni dopo esce una cassetta "Carstvo Pulina" in collaborazione con l’etichetta Start Today Records. La stessa cassetta era pubblicata da Carlo Records in soltanto otto copie ma a causa delle incomprensioni cessano la collaborazione. In quel periodo Nandor (il guru del gruppo ndr.) esce dall’ombra e inizia a comparire dal vivo suonando la chitarra ritmica. Il passo succesivo è la prima produzione per una grande etichetta, la Jugoton di Belgrado, "La cacciata dei lombrichi idrofobi". All’inizio del 1997 simultaneamente pubblicano due cassette "Il triangolo di Banat" e "Ogni uomo deve…", prodotto da Jan Sasa. Oltre alle canzoni loro su quell’album compare la rivisitazione di una canzone popolare bosniaca "Mujo kuje". A parte il gruppo portano avanti diversi progetti sotto forma di fanzine e riviste incentrate sulla critica culturale dal taglio decisamente surrealista, tra queste "NUP-izbor", "La puzzola di Pancevo" e "Speranza". "Beli zec" è il primo spoken word album con reading e deliri vari. Alla fine del 1997 fondano una piccola casa editrice "Fifty Fifty" e lavorano sulle pubblicazioni multimediali."
Questo gruppo è ancora attivo come performers e artisti nella cittadina di Pancevo ma occasionalmente suonano anche dal vivo. 
 
[Grazie a Nandor per le info e complimenti per le straordinarie capacità cognitive che ti hanno permesso di capire tutto di Balkan Rock anche se non sai una parola di italiano. Avanti nel passato! Alla prossima…] 

 

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